Sono cresciuta nelle campagne della provincia di Bergamo ed il mais è sempre stato parte integrante del paesaggio, della mia vita e dei miei ricordi di bambina. Mia nonna ne coltivava qualche pianta nel suo giardino che a quel epoca mi sembrava una landa selvaggia e smisurata. Ricordo i pomeriggi passati a scartocciare le pannocchie ed a sgranarle.
Un’annata particolarmente proficua ci fruttò ben 7 enormi sacchi di mais; ricordo che caricammo il tutto sulla fiat 850 di mamma ed andammo al ultimo mulino superstite in un paese a pochi chilometri da casa, (anche perché dubito che la macchina di mamma avrebbe retto per piu’ di 10 km).
Avrò avuto circa 6 anni all’epoca e serbo questo ricordo come un dono prezioso.
E tutto ciò si origina da una pianta, il Mais che ha accompagnato la storia di noi umani fin dalla notte dei tempi, prima in Sud America e giunta poi in Europa attraverso un cammino a doloroso e sofferto. Ma la vita alla fine trova una via (citando uno dei miei film preferiti) ed adesso qui da noi il mais è simbolo di prosperità e… squisitezze gastronomiche, dalla polenta ai biscotti con farina di mais.
E, proprio in Val Gandino, è stata custodita nei secoli un’antica varietà di Mais: il Mais Spinato di Gandino.
Nel corso del tempo il mais è diventato la base della alimentazione nella nostra Bergamo: la polenta è una squisitezza che non puo’ mancare sulle nostre tavole!
Ed io voglio rendere omaggio, a questa storia millenaria ed a questa pianta iconica a mio modo: ritraendo il mais spinato e dedicandogli un’ illustrazione ad acquarello in occasione dei Giorni del Melgotto 2023 che si svolgeranno dal 23 settembre al 22 ottobre.
Sarò a Gandino con matite colori e pennelli Domenica 01 ottobre e Sabato 07 Ottobre.
A presto quindi!